Il condominio si avvia verso una riforma del suo assetto attraverso il testo attualmente allo studio della Commissione Giustizia del Senato.
Diversi,però,i punti che fanno discutere: dalla firma congiunta per pagare le bollette,al distacco dal riscaldamento centralizzato fino ai poteri concessi all'amministratore per imporre concretamente delle misure di sicurezza in condominio.
Su iniziativa dell'Anammi si è svolta il 13 ottobre scorso una riunione a cui hanno partecipato le Associazioni di categoria ( Anaci, Anammi, Alac, Anaip, Amministratori Professionisti, Anapi e Unai ) che, in maniera ferma e univoca,hanno deciso di opporsi al ddl al vaglio della Commissione Giustizia. "Risulta di estrema importanza per gli amministratori professionisti - spiegano dall'Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari ( Anaci ) - l'individuazione di un registro al posto dell'elenco previsto dalla riforma,nel quale annotare nomine e revoche dall'incarico;obbligo peraltro già previsto nel codice civile all'articolo 1129 ".
Nel nuovo testo vengono previste ulteriori responsabilità per l'amministratore che sarà quindi obbligato,oltre alla redazione di una precisa anagrafe condominiale consultabile da parte di tutti i ondomini,al controllo dell'esecuzione di interventi all'interno delle proprietà private a tutela dell'interesse comune,senza però specificare gli strumenti per realizzare un suo possibile intervento,coattivo.
" In pratica - sottolineano le associazioni - se in un appartamento sono necessarie delle modifiche a tutela della sicurezza condominiale e il proprietario-inquilino vieta l'ingresso,l'amministratore non può entrare e procedere con i lavori e il problema resta pericolosamente insoluto ".
" Il testo all'esame del Senato - proseguono le associazioni di settore - prevede inoltre limiti di prelevamento e firma congiunta ( con almeno un condomino ) sul conto corrente condominiale che comporterebbero ritardi nei pagamenti spesso indispensabili per l'ottenimento del servizio ( utenze luce,gas,acqua )e non consentirebbe l'effettuazione dei pagamenti on line, con cui spesso gli amministratori gestiscono le utenze. Per cui viene richiesto l'eliminazione di tale obbligo ".
Altro passo discusso dalla proposta di riforma di condominio è la complessità operativa della garanzia fideiussoria - che prima della bozza non era per nulla prevista - richiesta all'amministratore in merito ai capitali gestiti; le associazioni di settore hanno sollecitato la necessità di determinare le caratteristiche di tale garanzia con un successivo provvedimento ministeriale.
" Il testo di legge in discussione - spiega Giuseppe Bica,presidente Anammi - prevede che,per ogni condominio,l'amministratore dovrà richiedere un'apposita fideiussione, da calcolare sulla base del bilancio condominiale ".
In pratica, il professionista condominiale, per lavorare,sarà obbligato a fornire una garanzia,assicurativa o bancaria,non inferiore agli oneri prevedibili della gestione annuale per l'immobile amministrato. Una cifra notevole,visto che il bilancio consuntivo,in media, si aggira tra i 50mila e gli 80mila euro.
Per il recupero coattivo delle morosità dei condomini, già previsto dalla vigente disciplina, la bozza prevede che l'amministratore debba esigere le spese non pagate entro quattro mesi da qualsiasi scadenza.
Le associazioni per evitare il continuo ricorso all'autorità giudiziaria che tale innovazione comporterebbe,e per cifre anche irrisorie,propongono che l'amministratore sia ritenuto responsabile soltanto in mancanza di ricorso all'autorità giudiziaria,per la riscossione forzata,entro quattro mesi dall'approvazione del rendiconto annuale.
La possibilità prevista dalla bozza di rinunciare all'utilizzo dell'impianto di riscaldamento centralizzato non tiene inoltre conto delle prescrizioni del Dpr n. 59 del 2/4/2009: ossia che gli impianti autonomi debbano essere realizzati soltanto per cause di forza maggiore da documentare nella preventiva relazione.
Fonte: Lucilla Quaglia su Casa de Il Messaggero
